“Francesco ha santificato Assisi, sua città natale, ma rifulse nella provincia di Rieti per una speciale predilezione e per lo splendore dei molti miracoli.”
(Anonimo Reatino, Actus Beati Francisci in Valle Reatina, P 7, a c. di A. Cadderi, Assisi, Edizioni Porziuncola, 1999)
Si svolge tutta nel giro di quarantaquattro anni (1182-1226) la biografia del Santo che ha cambiato la storia della Chiesa: san Francesco d’Assisi. “Buon giorno, buona gente”, con queste parole nell’autunno del 1208 (il 4 ottobre) il giovane Francesco saluta gli abitanti di Poggio Bustone, uno dei borghi dai quali inizia la predicazione nella valle reatina, interrotta solo dai ritiri mistici tra i boschi selvaggi della zona.
Nel 1223, a Fonte Colombo, scrive la Regola dell’Ordine, la strada che i suoi fratelli seguiranno nei secoli. Nello stesso anno, a Greccio, crea il primo presepe della storia cristiana, così “Greccio è divenuto come una nuova Betlemme”. Nel 1225, ammalato agli occhi, si reca prima al convento La Foresta, dove la tradizione vuole sia stato scritto il Cantico delle Creature, poi ancora a Fonte Colombo dove viene operato agli occhi. Boschi e foreste millenarie ricoprono ancora le colline attorno alla Valle Santa, la pianura è fertile di coltivazioni.
La devozione, la natura incontaminata, le bellezze artistiche rendono il reatino il luogo ideale per cercare le tracce della predicazione di Francesco. Incassati nella roccia e avvolti nei boschi i quattro Santuari francescani sono una testimonianza viva della spiritualità francescana e un inno alla bellezza della natura.
Il Convento di Fonte Colombo
Il nome del Convento sarebbe stato indicato dallo stesso san Francesco, che vi scoprì una limpida fonte immersa in un bosco di lecci. Qui, nel 1223, dopo un digiuno di quaranta giorni, il Santo dettò la severa Regola dell’Ordine. Nel 1225 sostò di nuovo tra i boschi di Fonte Colombo per subire una delicata operazione agli occhi. Il complesso conventuale è costituito da una piazzetta su cui si affacciano la chiesa consacrata nel 1450 ed il convento in parte quattrocentesco. Più in basso, scendendo una cordonata a sinistra della chiesa, si trovano il Romitorio di san Francesco, la Cappella della Maddalena (sec. XIII) e una Via Crucis in maiolica di Capodimonte (XVIII secolo). La visita si chiude con il Sacro Speco, dove Francesco ebbe la visione di Cristo che confermava la Regola.
Il Convento di Greccio
Immerso in una selva di lecci, sul fianco di una montagna che domina la Valle Santa, il Convento risale, nel suo nucleo più antico, ai tempi della predicazione di Francesco. Il resto delle strutture fu eretto tra il 1260 e 1270. Nel Natale del 1223 il Santo vi rappresentò la Natività del Redentore, per la prima volta nella tradizione cristiana, con figure umane e animali viventi.
Nella cappella del Presepe, sopra l’altare, è un affresco quattrocentesco che ricorda l’episodio. Dalla cappella si accede alla cucina, al refettorio e al primo dormitorio dei frati, con la cella dove Francesco si coricava sulla nuda roccia. Al primo piano è l’oratorio di San Bonaventura, una delle prime chiese dedicate a san Francesco, forse del 1228, anno della sua canonizzazione. Allo stesso piano è collocato l’antico dormitorio (1260-1270) composto di nude celle di legno. Dal convento una mulattiera conduce, in due ore circa, sulla cima del monte san Francesco, dove una cappelletta del 1792 ricorda il luogo del raccoglimento mistico del Santo.
Di recente il borgo di Greccio e il suo santuario francescano sono stati inclusi dall’Unesco tra i 754 siti che fanno parte del Patrimonio Mondiale dell’umanità.
Il Convento di san Giacomo a Poggio Bustone
Isolato tra verdi boschi, il convento venne fondato tra 1235 e 1237. Dal piazzale, attraverso il portico, si accede alla mistica chiesa (XV secolo) e al convento. Il chiostro conserva pilastri e colonnine ottagonali del convento duecentesco. Si possono visitare anche il refettorio, con le pareti affrescate, e lo Speco abitato da San Francesco. Salendo sul Monte Rosato, a 1075 metri di altezza, si può sostare al Romitorio, dimora prediletta del Santo, dove si trovano una chiesetta duecentesca ed una cappella del Seicento con affreschi coevi.
Il Convento La Foresta
Nel 1225 san Francesco, ammalato agli occhi, venne a Rieti per farsi curare dai medici di Onorio III, allora residente nella capitale sabina. In quell’occasione Francesco alloggiò nella duecentesca, oggi annessa al Convento. La tradizione vuole che, nella pace di queste colline, il Santo componesse il Cantico delle Creature. La visita al Convento include la Chiesa di san Fabiano, affrescata nel XV secolo, ed inglobata nel 1600 nella Chiesa di Santa Maria; al Quattrocento risalgono il chiostrino a pilastri ottagonali e gli edifici conventuali. Il refettorio contiene ancora la vasca nella quale il Santo avrebbe compiuto il miracolo dell’uva, trasformando un magro raccolto in un’abbondante produzione di vino.